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02 maggio 2005

Matthew Sharpe - Gli Schwartz


Sto leggendo questo simpatico romanzo edito da Einaudi - Stile Libero (2005).

La storia di una famiglia ebrea americana di oggi, tanto normale quanto strampalata: gli Schwartz.
Il capofamiglia, Bernie, ha perso la moglie e la carriera, sotto forte dose di antidepressivi è ormai completamente scollegato dalla realtà.
I figli non sono da meno in quanto a insane attitude: il diciassettenne Chris goffo, sessuomane e arrabbiato con il mondo, e Cathy, la sorellina più piccola in piena crisi di conversione mistica al cattolicesimo perché folgorata dalla storia di Teresa d'Avila e di Edith Stein, di cui sogna di condividere il martirio.
Una normale famiglia americana in un ritratto caustico ed abrasivo.
Cattiveria nichilista, con riscatto del concetto di famiglia, che riesce a restare unita anche quando la sfiga la prende pesantemente di mira.

- A cosa stavi pensando?
- A cosa sarò da grande.
- Lo sapevo!
- E cosa sarai?
- Morto.
- Che bello.
...
- C'è qualcosa che posso fare? - disse Bernie.
- Non potresti comportarti più da papà?
- In che senso?
- Tipo darmi una sberla quando dico a puttane.
- Essere più severo, quindi?
- Eh.
- Ci proverò.
- Come inizio non è un granché.
- Vedi di non usare quel tono, ragazzino. Ne ho abbastanza dei tuoi botta e risposta.
- Ecco, così. Bene.
- Guarda che non scherzo. Chiudi quella bocca o te ne faccio pentire.
Chris appoggiò la testa contro la spalla del padre, gli cinse con le dita di entrambe le mani l'avambraccio e fu sopraffatto da un grande, intenso, doloroso sentimento di tenero affetto che sarebbe durato per tutta la vita.