Nella mia testa l'8 maggio 2007
Villa Ada - RomaE' il giorno del mio compleanno.
E, come non facevo da tempo, mi sono preso un giorno di vacanza ("day off" fa più figo).
Un giorno di vacanza dal lavoro, un giorno di vacanza per ritrovare l'equilibrio e scacciare questa nera nube che si addensa sulla mia testa, nella mia testa.
E sono venuto qui, tra gli alberi, in questa splendida giornata di un maggio romano.
Click!
Questa foto è stata scattata proprio ora, mentre dalle cuffie del mio iPod parte "Un anno in più" dei Perturbazione.
Vengo spesso a Villa Ada da quando abito qui in zona. Ogni tanto a farmi una corsetta, spesso a decomprimere, a respirare, a riempirmi cuore e testa di tranquillità, serenità..dell'equilibrio di cui sopra.
Però sento che questo posto non mi appartiene così tanto, non è il mio "giusto posto", magari dovrei venirci più spesso, magari sfrutterò questi mesi che mi tengono ancora legato a questa zona per venirci un pò di più.
Venivo qui ai tempi dell'università, con i bonghisti, a farmi le canne. E venivo (e vengo ancora) al festival di giugno a vedere i concerti (Villa Ada Posse, il Sud Sound System, Daniele Sepe in chiusura..).
Però questo quartiere, questi posti, non mi appartengono.
Il mio "giusto posto" per riflettere era l'incolto giardino di casa mia insieme ai prati che circondavano la periferia est di Roma.
Quei "prati verdi" non ci sono più. Ora ci sono enormi palazzoni abitati da persone che ci vanno solo a dormire dopo essersi fatti ore e ore nel traffico. Circondati da mastodontici centri commerciali nei quali passeggiare sbavando davanti a tutte quelle belle cose da comprare, cercando di evitarsi l'un l'altro e poi scontrandosi come biglie impazzite in un luccicante flipper gigante.
Nel frattempo dalle mie cuffie mi esortano a regolarmi "quali regole ti dai?".
E mi accendo una sigaretta....pffff......
Mi accorgo solo ora quanto questa mattinata qui (il mio compleanno, da solo in mezzo alla natura, a pensare, scrivere e fotografare) possa apparire così scontata, quasi quanto andare al cesso dopò il mattiniero caffè con annessa sigaretta (sento il rosicare degli stitici..).
Però io ne ho bisogno, ho bisogno di fermarmi qualche ora a riflettere.
Con razionalità, per la tranquillità.
In queste ultime settimane ho fatto tutt'altro.
La mia "parte irrazionale" ha preso il sopravvento, gettando un velo scuro su tutto quello, su tutte quelle persone, che ho avuto e che ho intorno.
Ho visto cose che non esistevano, ho voluto vederle, ho resuscitato fantasmi sepolti da tempo nel mio cuore.
Una cara amica mi ricorda sempre quanto sia idiota questo mio dover toccare il fondo prima di avere la forza di tornare a vedere la realtà, a respirare ciò che è vero.
In momenti così sento solo il peso della solitudine, della paura della solitudine.
E non mi rendo conto del male che faccio alle persone che ho intorno, agli amici che ho intorno, che sono tanti, che mi vogliono un bene dannato, ma che non possono sopportare per sempre le mie "nere" fisime di eterno disperato ( e daje, mò hai rotto i coglioni...). E quando sto così io non ci sono se sono loro ad aver bisogno di aiuto, di un sorriso, di un'orecchio pronto ad ascoltare (senza parlare magari).
Torno a collegare il cervello, perchè a tutti, perchè a me "manca sempre un pezzo per essere felice", stanno cantando nelle mie orecchie, ma lo sai, così è la vita. Ma anche "basta una giornata di sole e all'improvviso, in mezzo al mio mal di testa, ho ritrovato il desiderio di essere felice" e la vita, si, è soprattutto questo
essere felice
ed impegnarsi ad esserlo
...that's the way......
2 Comments:
un'opera d'arte
in una serata distaratto dalla tele, mi è venuta voglia di leggere qualcosa e così sono incappato in queste rime
bella prova
quello del punto rubato
Grazie
non so chi tu sia....ma sono contetnto che ti sia piaciuto...
Posta un commento
<< Home