<body><script type="text/javascript"> function setAttributeOnload(object, attribute, val) { if(window.addEventListener) { window.addEventListener('load', function(){ object[attribute] = val; }, false); } else { window.attachEvent('onload', function(){ object[attribute] = val; }); } } </script> <div id="navbar-iframe-container"></div> <script type="text/javascript" src="https://apis.google.com/js/platform.js"></script> <script type="text/javascript"> gapi.load("gapi.iframes:gapi.iframes.style.bubble", function() { if (gapi.iframes && gapi.iframes.getContext) { gapi.iframes.getContext().openChild({ url: 'https://www.blogger.com/navbar.g?targetBlogID\x3d12121131\x26blogName\x3dFilo+InterMentale\x26publishMode\x3dPUBLISH_MODE_BLOGSPOT\x26navbarType\x3dSILVER\x26layoutType\x3dCLASSIC\x26searchRoot\x3dhttps://marianone.blogspot.com/search\x26blogLocale\x3dit_IT\x26v\x3d2\x26homepageUrl\x3dhttp://marianone.blogspot.com/\x26vt\x3d6021126272067121193', where: document.getElementById("navbar-iframe-container"), id: "navbar-iframe" }); } }); </script>

29 ottobre 2007

Il mondo "senza" e il mondo "con" (1 di bho!!)



L'albero si trovava lì da sempre, da quando gli abitanti dei due mondi avevano memoria. Da quando la memoria era quella dei nonni e dei nonni dei nonni e dei nonni dei nonni dei nonni...
L'albero era lì, al confine tra quei due bizzarri mondi così diversi, ma alla fine tanto simili.
Nel mondo "senza" gli abitanti vivevano con poco o niente, ma pure sempre senza: guerre, carestie, fame, odio. Ma anche senza: amore, affetto, dolcezza, comprensione.
Nel mondo "con", al contrario di cose ce ne erano fin troppe, c'era l'amore, ma anche l'odio, la pace, ma soprattutto la guerra (che quando c'è possibilità di vivere in pace od in guerra, tutti gli esseri, umani o no, pare che prediligano quest'ultima).
Nel mondo senza gli abitanti erano un po' tutti degli ignavi, incapaci di scelte (che nella maggior parte dei casi non gli erano concesse, d'altronde avevano scelto di vivere "senza").
Gli iperattivi e rissosi abitanti del mondo con, invece, si inseguivano tra loro alla costante ricerca di avere più "con" possibile. Ed allora se avevano una macchina doveva essere con tutti gli optional, se avevano una casa doveva essere con tutti i confort, etc, etc.
Mondi strani, mondi nemmeno paralleli, visto che erano uno di fronte all'altro, separati da un confine invisibile e nemmeno così tanto difficile da superare (vedremo poi come).
L'albero lì sul confine faceva un po' le spese delle pazzie dei due mondi.
Perché nel mondo senza, naturalmente, le stagioni non esistevano, ma gli antichi avevano optato per una stagione intermedia che gli permettesse di stare senza molte cose (ad esempio abiti, riscaldamento) e così in quel mondo di privazioni era sempre (e non è poco) estate.
Nel mondo con invece avevano bisogno di tutte le stagioni per poter avere tutto ed il contrario di tutto.
E l'albero poverino io l'ho incontrato in un momento strano, quando all'estate del mondo senza si contrapponeva un freddo autunno voluto dal popolo con......
Che ci facessi Io lì tra i due mondi è una storia lunga, una storia che vi racconterò con calma, "senza" fretta, "con" dovizia di particolari.

25 ottobre 2007

Intriso di te



E meglio dire che l'arte è
generosa fontana
o ritenere per giusto che
sia come una spugna,
che assorbe e s'imbeve di tutte le cose
con la curiosità e l'estasi della bontà?
Se non ti so aiutare
ad arginare la tempesta
tu lasciati consegnare
al mio tentativo migliore
di dare lustro alla tua dolorante dolcezza,
con le canzoni che concepisco intrise di te.
MARLENE KUNTZ

parte di me....

18 ottobre 2007

L'amico



Giorgio Agamben - L'amico
Nottetempo (2007)









L'amico, che è da sempre così intimamente legato alla filosofia da essere parte del suo stesso nome (filos è il nome greco di amico), è diventato invece oggi qualcosa come un partner scomodo e clandestino, che facciamo fatica a riconoscere e a pensare. Risalendo in un rapido scorcio fino ad Aristotele, Agamben ritrova il luogo dell'amicizia non nel rapporto fra due individui, ma nella sensazione stessa di esistere, come una con-divisione e un co-sentimento che segna con la sua dolcezza il vivere stesso. Con l'amico non condividiamo semplicemente qualcosa (un luogo, una legge, una tradizione) ma la vita stessa. Per questo l'amico è un "altro io", per questo l'amicizia apre lo spazio di una comunità e di una politica che precedono ogni identità e ogni condivisione.

Se avete tempo (e fegato) leggetevi anche la fantasmagorica recensione di Giuseppe Genna su Carmilla On Line:

Colui che vede sente (aisthanetai) di vedere, colui che ascolta sente di ascoltare, colui che cammina sente di camminare e così per tutte le altre attività vi è qualcosa che sente che stiamo esercitandole, in modo che, se sentiamo, ci sentiamo sentire, e, se pensiamo, ci sentiamo pensare, e questo è la stessa cosa che sentirsi esistere: esistere (tò èinai) significa infatti sentire e pensare.
Sentire che viviamo è di per sé dolce, poichè la vita è per natura un bene ed è dolce sentire che un tale bene ci appartiene.
Vivere è desiderabile, soprattutto per i buoni, poiché per essi esistere è un bene e una cosa dolce.
Con-sentendo provano dolcezza per il bene in sé, e ciò che l'uomo buono prova rispetto a sé, lo prova anche rispetto all'amico: l'amico è infatti un altro se stesso (heteros autos). E come, per ciascuno, il fatto stesso di esistere (to auton einai) è desiderabile, così - o quasi - è per l'amico.
L'esistenza è desiderabile perchè si sente che essa è una cosa buona e questa sensazione (aisthesis) è in sé dolce. Anche per l'amico si dovrà allora con-sentire che egli esiste e questo avviene nel convivere e nell'avere in comune (koinonein) azioni e pensieri. In questo senso si dice che gli uomini convivono e non, come per il bestiame, che condividono il pascolo. [...] L'amicizia è, infatti, una comunità e, come avviene rispetto a se stessi, così anche per l'amico: e come, rispetto a se stessi, la sensazione di esistere (aisthesis oti estin) è desiderabile, così sarà anche per l'amico.

16 ottobre 2007

Ti ricordi?



Ti ricordi?

Il profumo dei panni appena stesi
e i colori e gli odori che salivano dall'orto di papà
mentre mamma e zia ti dicevano di star lontano dalla fontana
e tuo fratello cercava di acchiapparti con le mani sporche di grasso da officina.