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29 aprile 2005

My Alma mater..


"My Alma mater was books, a good library... I could spend the rest of my life reading, just satisfying my curiosity."

-- Malcolm X

28 aprile 2005

By Chivalries as tiny - Le cortesie più piccole


By Chivalries as tiny,

A Blossom, or a Book,
The seeds of smiles are planted—
Which blossom in the dark.
----------------------------------------------
Le cortesie più piccole

- un fiore o un libro -
piantano sorrisi come semi
che germogliano nel buio.
Emily Dickinson - Poem 55

Mi si faceva notare come nel mio blog ci sia poco di femminile. A farmelo notare è stata, naturalmente, una gentile donzella.
Al di la di ogni prova "sul campo", i miei cromosomi stanno li a dimostrare che sono di sesso maschile e di conseguenza (e a volte sfortunatamente) anche il mio cervello ragiona da maschio.
Il post sulla Dickinson non è per mettere una toppa "politically correct" (stile lista dei DS dove ad un certo punto ci si accorge di avere poche candidate donne o pochi candidati gay), ma solo perchè io amo infinitamente le sue poesie.

Oggi avrei voglia di abbracciarvi!!

27 aprile 2005

Esistono persone al mondo,


Andrea Pazienza - tavola da Pompeo

Solo questo..
poi di Spaz, di Andrea "il grande" ne parliamo dopo.
Solo per ricordarTi
che esistono persone così al mondo.
E magari Tu sei una di queste.
Spero di non averTi mai incontrato...
spero di non incontrarTi mai.

CODICE LIBERO: Richard Stallman e la crociata per il software libero, di Sam Williams

Sto leggendo in questi giorni il ibro di cui sopra, liberamente scaricabile da Apogeo Online.

"La storia di un genio eccentrico del software, Richard Stallman,a partire dalle sue esperienze scolastiche e universitarie, fino alle battaglie combattute contro le grandi corporation. Idealista e rivoluzionario, Stallman ha dato il via al movimento "free software" che sta scuotendo le fondamenta di tutto il mercato informatico, rappresentando un inevitabile punto di confronto per colossi come Microsoft. Secondo Stallman, il prodotto dell'ingegno deve restare libero: il codice sorgente di qualunque programma rappresenta un bene comune e, proteggerlo con brevetti e copyright, andrebbe considerato un "crimine contro l'umanità". Un saggio illuminante che, dipingendo il ritratto di una delle figure più importanti nella storia dell'informatica, mostra i retroscena di una battaglia occulta tra il movimento per il software libero e i grandi interesi commerciali
Per tutti coloro che vogliono capire come funziona il mercato del software nel mondo, come si è arrivati alla situazione attuale e quali sono le possibilità che ci riserva il futuro."



Dal Capitolo 2, tanto per avere chiara la definizione di software libero:
"Per i non iniziati, Stallman passa poi ad illustrare rapidamente un’analogia per il software libero. Egli è solito paragonare un programma a una ricetta di cucina. Entrambi forniscono istruzioni dettagliate su come portare a compimento un certo compito e possono essere facilmente modificati a seconda di esigenze o circostanze individuali. “Non occorre seguire alla lettera una ricetta”, fa notare Stallman. “Si può omettere qualche ingrediente. Aggiungere un po’ di funghi perché ci piacciono. Mettere meno sale perché così ci ha consigliato il medico – e via di seguito.”
Elemento ancor più rilevante, prosegue Stallman, è la semplicità nel condividere sia ricette che programmi. Nel passare la ricetta a un ospite, il cuoco non ci rimette altro che il tempo e il costo della carta necessari per scrivere la ricetta. Per il software occorre ancora meno, in genere basta qualche clic del mouse e un minimo di elettricità. In entrambi i casi, tuttavia, la persona che trasmette quelle informazioni guadagna due cose: una maggiore amicizia e la possibilità di ottenere in cambio altre ricette interessanti.“Immaginiamo cosa accadrebbe se le ricette fossero rinchiuse all’interno di scatole nere”, prosegue Stallman, cambiando registro. “Sarebbe impossibile vedere gli ingredienti usati, per non parlare della possibilità di modificarli; e chissà quali conseguenze nel farne una copia per un amico. Saremmo bollati come pirati, processati e sbattuti in galera per anni. Uno scenario che susciterebbe accese proteste da parte di quanti amano scambiarsi ricette. Ma questo è esattamente lo scenario dell’odierno software proprietario. Un mondo in cui si proibiscono o impediscono azioni di comune buon senso verso gli altri.”
Cos'è il software libero secondo Stallman (pure secondo me!!).

“Decisi che avrei sviluppato un sistema operativo di software libero oppure sarei morto provandoci... di vecchiaia, naturalmente.”
Richard Stallman
http://www.stallman.org
http://www.fsf.org/

Naturalmente quest'uomo è uno dei miei spiriti guida

25 aprile 2005

"L'organo di Barberia" di Adriano Petta

Qualche giorno fa, in occasione della giornata mondiale del libro e della rosa (23 aprile) - giornata del civismo, della convivenza e del rispetto verso tutte le persone, popoli e culture -, ho ricevuto dal caro amico Adriano un suo racconto, L'organo di Barberia, che con gioia ed onore posto su questo blog!
«L’organo di Barberia» è tratto dalla raccolta di racconti “Casablanca e oltre".


L'organo di Barberia

Ultima domenica di settembre, estate ormai finita, mare già velato d’autunno. Domani si torna nel frastuono della capitale. Un gruppo di pigri abitudinari — compresi mia moglie, mia figlia ed io — tarda ad abbandonare il Nettuno. Continuiamo a prendere caffè bivaccando attorno al grosso tavolo, mentre fuori il cielo da cinereo sta diventando scuro. Ma, sotto questa cupola di legno e vetro che domina il mare increspato, si sta proprio bene. Fuori, come al solito, sono rimaste solamente le tre Giulie: una dolce silenziosa nonnina dai capelli bianchi con gli occhiali, la nipotina d’un anno e mezzo — bionda, capelli corti, faccino tondo e ciuccio marrone perennemente in bocca —, e mia figlia, un’agile rompiscatole di nove anni, innamorata della Giulia col ciuccio. Se ne stanno sulla spiaggia deserta, quasi sulla battigia, costruendo un castello di sabbia. A nulla sono valse le nostre esortazioni: mai avrebbero lasciato a metà il lavoro cominciato sotto il sole del mattino.

Un tiepido umidore sta coprendo la scacchiera di vetro, mentre l’orizzonte marino sta diluendo nel cielo di piombo. Dal castello di sabbia si stacca una delle tre Giulie: mia figlia. Corre verso di noi: gli esili piedi affondano, ma subito risorgono dalla sabbia. Intuisco che è entrata: una folata di freddo mi attraversa la schiena e spezza la molle aria impregnata di fumo e di penetranti odori di cucina. Mani nervose mi straziano il braccio: sono costretto a girarmi, ad affrontare gli occhi spiritati, la sua voce stridente: “Papà, vieni, abbiamo quasi finito, tu puoi aiutarmi…” e continua a stritolarmi il braccio. Con una mano le afferro le dita e con l’altra sfioro la volgare collana verde-fosforescente che le ciondola dal collo: “È tardi, Giulia, finirai col raffreddarti. Tu da qui non ti muovi. Siediti: fra poco ce ne andiamo.” Allibisce, ma la sua innata docilità la vince. Libero le sue dita e lei tira verso di sé una sedia: solo allora lascio andare anche la collana. Accenno a girami verso la tavolata con un sospiro di sollievo, ma l’impertinente ragazzina sguscia via e, attraverso la vetrata sempre più appannata, la vedo saltare come una gazzella e raggiungere di nuovo il deforme castello di sabbia e le altre due Giulie.

Il taciturno psicanalista dagli occhi di ghiaccio, solleva lo sguardo dal libro da cui non si è separato dal mese di giugno: Sri Aurobindo—L’avventura della coscienza. Mia moglie subito ne approfitta: “Dài, Stefano, l’estate è finita… e sono tre mesi che fai all’amore con quel libro: racconti qualcosa pure a noi?”

L’impassibile sguardo del mio amico accenna a mutare in benevolo, ma si blocca dinanzi alla piccola mano trepidante che ha ripreso a straziarmi il braccio. Mi giro, lo sguardo di mia figlia è supplichevole, la voce accorata: “Papà, per favore… ricordi Carcassonne? Ricordi l’organo di Barberia… e quella musica che volli ascoltare tante volte? quand on s’promène au bord de l’eauquando si passeggia sull’orlo dell’acqua? Papà… puoi venire ad aiutarmi?” Tutto quello che lascia scoperto il nero costume da bagno è pelle d’oca: la vedo rabbrividire, mentre una fredda folata di vento inquina la tiepida calma della sala. Abbranco l’esile polso di Giulia e mi giro verso Elena: “Santo Iddio, chiama tua madre… si buscheranno un malanno sia lei che la tua bambina! Ti rendi conto che stanno ancora in costume da bagno?”

Gli occhi lievemente voluttuosi della mia amica diventano smarriti. Getta un’occhiata a Stefano che ci sta fissando severo. Mi sorride: “E lasciale stare, Renzo: non essere esagerato, fallo per me…” e protende un braccio, sfiorandomi una spalla. Allento appena la stretta… e mia figlia si libera sgusciando via, sgambettando come un’anima dannata verso lo stramaledetto castello di sabbia.

Stefano prende a parlare con voce cadenzata e sommessa: “Sri Aurobindo dice che al mondo c’è una sola grande vibrazione. Ed è in ogni cosa. Ed ogni individuo rappresenta un certo insieme di vibrazioni.”

Devo sforzarmi per mascherare la noia: non è la prima volta che sento parlare di vibrazioni! Getto uno sguardo al foglietto che ho aperto. La voce di Stefano diventa quadrata, poi sempre più fioca: “… ci sono dei tipi di persone… tipi… diverse per età, cultura, morale… ma identiche nel subconscio… come se una fosse vista attraverso l’altra: proprio come una strana sovrapposizione…”

Al diavolo le vibrazioni e le sovrapposizioni! Dunque, vediamo… sei caselle orizzontali per sei verticali: trentasei scomparti, trentasei cifre, trentasei tempi: è in questi numeri che si nasconde il segreto dell’opera maledetta… il mistero della Quinta sinfonia di Mahler! Se riuscissi a decifrarli… il mio saggio sul grande compositore diverrebbe un capolavoro! Attanaglio il foglietto ed una strana eccitazione comincia ad effondersi per il mio sangue… mentre Stefano ha preso a recitare una poesia del suo ultimo idolo Sri Aurobindo: “… le ho viste attraversare l’alba di un’era, le bambine dagli occhi di sole di un’alba mirabile…” Parole che rimbalzano sulla mia mente e volano via. Trentasei caselle, trentasei messaggi ambigui e contraddittori… eppure la mia mente flessibile ce la può fare a stanare il segreto! Ma è destino che quella rompiscatole di mia figlia oggi debba mandarmi in bestia: adesso se ne sta col naso schiacciato sul vetro di fronte a me, gesticolando per attrarre la mia attenzione; le accenno la porta, ma il timore le incupisce il faccino: scuote il capo, con un dito cerca di scrivere sul vetro, ma questo è appannato dentro la cupola e non fuori.

Dunque… il quarto movimento non può essere. Il foglietto mi brucia tra le mani… e Stefano ha attaccato con le potenti distruttrici delle barriere del mondo, gli architetti dell’immortalità! Dunque, l’Adagietto… no! È lì, invece, fra il primo e il secondo movimento, fra la Marcia Funebre e il Tempestosamente Mosso: è lì che si nasconde il segreto della vita! Forse sto esagerando davvero… E questo folle continua con il suo sdolcinato sermone… corpi colmati di bellezza dalla luce dello Spirito, che portano la parola magica, il fuoco mistico… Ancora con questa storia… che portano la coppa dionisiaca della gioia… Nove sinfonie: perché tutti i grandi compositori ne hanno scritto nove? E come mai la loro opera magistrale è stata sempre la Quinta? Altro saggio! Oggi, in mezzo a tutta questa noia, è fuoco puro questo che mi frulla per il capo! Nove sinfonie… Oh Mahler, il tuo tempo sta per venire! Le prime quattro servono a costruire la scalinata per raggiungere la vetta, la Quinta, il tempio azteca dove si sprigiona vento, sangue e tempesta… e le altre quattro solo per scendere agli inferi… Oh Dio, se riuscirò a scoprire il segreto che si cela in questi due movimenti, non solo potrò scrivere un saggio rivoluzionario, ma potrei addirittura comporre una sinfonia divina… un’opera che segnerà la fine del secondo millennio e l’alba d’una nuova era! E l’arcano sta lì, nel tempo impiegato i vari interpreti! Prendiamo il Tempestosamente Mosso… Ma Giulia non mi dà tregua. Sono vicino alla soluzione… ma quell’impiastro mi sta rovinando tutto: ora s’è messa ad alitare sul vetro, appannandolo: è incredibile come riesca a scrivere al contrario… quand on s’promène au bord de l’eau… valzer? tre quarti? Le faccio cenno di sì col capo: sì, è un valzer, tempo-tre-quarti-purché-te-ne-vai-al-diavolo! Ma non è finita ancora: disegna un punto in basso e, subito dopo, due-sequenziali-in-alto. Uno sguardo interrogativo, un accenno di gioia… Ma sì, sì…! Basta che te ne vai al diavolo! Giulia fa per fuggire, ci ripensa, alita di nuovo, appanna il vetro e scrive MAHLER: per tutti i diavoli… mi legge nel pensiero? Continua a scrivere: 3-5-1. Poi mi fissa con occhi umidi… e scompare.

Che sia la soluzione? Non può essere: 3, il terzo movimento… è lo Scherzo! Altro che soluzione… Piccola vipera: stasera te le suono davvero! 3-5-1… Un momento: quell’uno potrebbe… la prima frase! il coro… il coro femminile del quinto movimento della terza sinfonia… Proprio adesso ch’ero vicino alla soluzione… la prima frase… Ma cosa avrà voluto dirmi mia figlia? Tre angeli cantarono una dolce canzoneQuand on s’promène au bord de l’eauquando si passeggia sull’orlo dell’acqua… E se il segreto fosse racchiuso proprio lì, nella terza e non nella quinta sinfonia?

Abbandono la cupola di vetro e mi precipito nel vento: il cielo si sta aprendo, un fragile arcobaleno sgorga da una nuvola ancora gonfia e nera tuffandosi nel mare. Mi trovo invischiato in una brezza sottile che m’entra nel sangue e mi stordisce. Mi trascino verso il castello di sabbia.

È una strana costruzione. Una specie di casetta che sgorga dalla sabbia: sembra un carretto a tre ruote, due grandi ed una piccola, centrale. Di fianco — sempre scavata nella sabbia — una specie di volano da cui fuoriesce una pietra lunga ed affilata, a mo’ di manovella. Dalla stretta facciata che guarda il mare — proprio sopra la piccola ruota centrale — legate ad una specie di anello, vi sono tre cordicelle di cuoio che riposano sulla sabbia, lambite dal tranquillo gioco delle onde. Nell’altra facciata è stata scavata una specie di cassettina. Tutta la bizzarra struttura è coperta di intarsi: pietrucce ruvide e levigate, minuscole conchiglie e frammenti di vetro sono stati conficcati nel castello di sabbia. Ne sono scaturiti mosaici incredibilmente belli. Sopra la cassettina di sabbia vuota, è stata creata la figura d’un gabbiano dalle ali spiegate.

Proprio accanto al castello di sabbia, mia figlia e nonna Giulia — ancora in costume da bagno — inginocchiate sull’arena ferrosa, stanno una di fronte all’altra, concentrate su un febbrile lavorìo di mani. Nonna Giulia regge delicatamente fra le mani la sezione d’una lunga sciarpa di carta dorata, mentre mia figlia — con la punta d’una matita — la va bucando. Un piccolo foro… e le dita della donna fanno scorrere di poco la carta: mia figlia ne pratica altri due, poi prende a perforare la sottile lamina in modo solo apparentemente casuale. Le dita si muovono con un’armonia incredibile. Alla fine di una sezione pianta la matita nella sabbia e, ad occhi chiusi, sfiora con le dita esili i fori appena praticati emettendo un soffocato e brioso gorgoglio.

Anche l’orizzonte sta liberandosi dalle nuvole e comincia ad infuocarsi. Una rossa luminosità scivola sul mare, vola verso lo strano castello di sabbia e irradia la piccola Giulia che — vestita solo con un bianco triangolino ed un grosso ciuccio di gomma in bocca — ha i piedi minuti infilati nei grandi zoccoli di legno della nonna: braccine aperte e facendo miracoli di equilibrismo, riesce non solo a restare in piedi, ma addirittura a muoversi. Sta finendo di tracciare, attorno alla bizzarra casetta ed alle altre due Giulie, un cerchio nella sabbia. Per ogni passo che riesce a fare, sprigiona una risata limpida, trattenendo il ciuccio con la punta dei denti: braccine ariose da equilibrista, continua ad avanzare nella sabbia, a scavare il solco, a ridere felice.

Un sole rosso come il fuoco comincia ad immergersi nel nudo orizzonte. Attraverso le spesse lenti degli occhiali, nonna Giulia — vedendo che mi muovo verso di lei — mi lancia un’occhiata timorosa. La bambina urla, quasi perde l’equilibrio mentre rivolge il candido faccino verso di me, protende le mani, grida: “No! no! via! via!” Faccio per avvicinare il piede al solco, ma la piccola Giulia continua a scacciarmi. Mia figlia finisce di bucare l’ultima sezione di carta dorata… e solleva il capo, gettandomi uno sguardo gioioso: ha un volto bellissimo, bruciato dal sole, raggiante. Poi raccoglie la lunga sciarpa d’oro piegandola come il mantice d’una fisarmonica, si mette in piedi e vola verso la piccola Giulia fendendo lo sfolgorio del tramonto.

Nonna Giulia si mette anch’essa in piedi e fa qualche passo verso di me, protendendo le braccia, occhi supplici. Faccio per avvicinarmi a lei, il mio piede sfiora il cerchio tracciato dalla nipotina: è come se il cuore mi scoppiasse, la vista mi si annebbia, non riesco a respirare, indietreggio, cado in ginocchio. Mia figlia, intanto, sta porgendo alla bambina una manciata di minuscole conchiglie e la piccola, una ad una, le infila nella parte posteriore della strana casetta di sabbia, proprio sopra la figura del gabbiano dalle ali spiegate, disegnando un intarsio… una specie di fenditura. Torno a fissare nonna Giulia. Ho cominciato a tremare.

La sua voce è dolcissima, lontana: “Vedi, Renzo, tua figlia immagina che le cose vadano in questo modo: una pallina di luce rotola nel tempo, entrando ed uscendo da un corpo, rallentata o accelerata. E dice anche di essere capace di riconoscere le creature che indicheranno il cammino alla sua pallina di luce…”

“La vecchiaia fa proprio brutti scherzi…” La interrompo ansimando, mentre aleggia un lieve profumo di mare.

L’orizzonte marino ha già inghiottito uno spicchio di sole, mentre il mare continua a respirare dolcemente attraverso le piccole onde che corrono per portare sino alla battigia la luminosa scia del tramonto. Mia figlia, con la bambina per mano, si avvicina a noi… ma sembra non accorgersi della mia presenza. Si sfila la collana verde e la getta al di qua del cerchio, ai miei piedi. Nonna Giulia si toglie gli occhiali e li butta accanto alla collana: i suoi occhi liberi sono rilucenti, bellissimi. La bambina afferra l’inseparabile ciuccio che ha in bocca, lo fissa con occhioni languidi, emette un gridolino… ma alla fine lo getta ai miei piedi. Nonna Giulia, a questo punto, si mette dietro a mia figlia che, a sua volta, afferra le spalle della bambina. E accennano ad andarsene.

Col cuore in gola ed ubriaco di sole, non so capacitarmi di come io non riesca ad attraversare questa barriera di luce viva e sognante: devo avere la disperazione dipinta sul volto… ed allora mia figlia si china a ricevere un mio bacio, ai confini del sole, sotto gli attentissimi occhioni della piccola.

Oh che sorriso! un triplice sorriso mi riempì, che come una fiamma ardevo; mi chinai a baciare la meravigliosa ragazza, e trovai un triplice bacio restituito…

Ma già s’allontanano. Nonna Giulia va ad afferrare una delle tre cordicelle di cuoio. Mia figlia, invece, s’inginocchia davanti al mosaico… il gabbiano dalle ali spiegate: prende le manine della bambina facendo in modo che afferrino l’inizio della sciarpa d’oro piegata a mantice di fisarmonica. La piccola Giulia stenta… ma alla fine riesce ad infilarla nella fessura disegnata dalle conchiglie: poi vola fra le braccia di mia figlia che, a sua volta, s’affretta a raggiungere nonna Giulia: pone la bambina nel mezzo ed entrambe afferrano le altre due cordicelle di cuoio.

Mentre un brioso stormo di gabbiani si abbandona a un disordinato volo verso il rosso tramonto nel mare, dalla strana casetta di sabbia comincia a sgorgare un’armonia dolcissima… un melodioso suono d’organo… e le tre Giulie si avviano verso la battigia purpurea tirando le cordicelle: la strana casetta si muove, la sabbia comincia a cadere, pietrucce e conchiglie franano mescolandosi alla sabbia… ed uno splendido organo di Barberia — un organo di radica di noce — appare, pieno di fregi e pittoresche decorazioni… e dove prima c’era un gabbiano di conchiglie, ora, incastonato, c’è un gabbiano di madreperla.

L’organo di Barberia sembra scivolare sulla sabbia. Il dolce andirivieni delle onde cancella, con la luce del sole, le tracce delle tre ruote mentre l’armonia sgorga dalle canne fulve e vaga per l’aria incantata. La manovella laterale gira da sola, la fessura d’avorio inghiotte la sciarpa dorata racchiusa nella cassettina sotto il gabbiano di madreperla e si tramuta in musica limpida, in gioioso valzer, in incanto… Quand on s’promène au bord de l’eau… quando si passeggia sull’orlo dell’acqua… Le tre creature sono raggianti: la bambina tira la sua cordicella e volge il visetto al cielo, scoprendo denti di madreperla… e ride, ride, ride felice…

Oh Dio… Dio! La poesia che leggeva Stefano…

Le ho viste attraversare l’alba di un’era

le bambine dagli occhi di sole di un’alba mirabile…

le potenti distruttrici delle barriere del mondo…

gli architetti dell’immortalità…

Corpi colmati di bellezza dalla luce dello Spirito,

che portano la parola magica, il fuoco mistico,

che portano la coppa dionisiaca della gioia…

Urlo disperato: provo a scavalcare il solco, ma il cuore torna a scoppiarmi e la vista mi si annebbia. Indietreggio e cado di nuovo in ginocchio: urlo ancora: “Giulia! Giulia… dove vai?”

Ma la melodia, l’organo, le tre Giulie ed i gabbiani, s’incamminano per il rosso sentiero che vola in mezzo al mare. Mia figlia si volge: i capelli fluttuano nella brezza, il volto radioso è immerso nello sfolgorio della luminosa sorgente. Mi pianta addosso due occhioni ingenui ma incorruttibili: “A dare un piccolo calcio alla mia pallina di luce.”

E nello sguardo ridente, una promessa di sole e di cielo.


Adriano Petta – Studioso di storia medievale e di storia della scienza. Tra le sue pubblicazioni: Roghi Fatui, Eresia pura, La cattedrale dei pagliacci, La via del sole, La guerra dei fiori, La libertà di Marusja, Ipazia - scienziata alessandrina (con Antonino Colavito).

Wu Ming - La prima volta che ho visto i fascisti - progetto di narrazione collettiva


Si è concluso il progetto di narrazione collettiva "La prima volta che ho visto i fascisti".
Wu Ming ha raccolto e montato quarantasei testimonianze spedite al loro sito tra il 21 marzo e il 25 aprile 2005.
Ne è venuto fuori un vero e proprio libro di ottantadue pagine, diffuso sotto licenza creative commons.
Si può scaricare dal sito Wu Ming in formato pdf (354
kb), all'indirizzo:
> http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/antifa/primavolta.pdf

Da 60 anni l'Italia è libera ed ANTIFascista! (2)


"libertà va cercando, ch'è sì cara,

come sa chi per lei vita rifiuta."
Dante Alighieri - La Divina Commedia (Purgatorio, canto I)

Da 60 anni l'Italia è libera ed ANTIFascista! (1)

LIBERTA'

Sui miei quaderni di scolaro
Sui miei banchi e sugli alberi
Sulla sabbia e sulla neve
Io scrivo il tuo nome

Su tutte le pagine lette
Su tutte le pagine bianche
Pietra sangue carta cenere
Io scrivo il tuo nome

Sulle dorate immagini
Sulle armi dei guerrieri
Sulla corona dei re
Io scrivo il tuo nome

Sulla giungla e sul deserto
Sui nidi sulle ginestre
Sull'eco della mia infanzia
Io scrivo il tuo nome

Sui prodigi della notte
Sul pane bianco dei giorni
Sulle stagioni promesse
Io scrivo il tuo nome

Su tutti i miei squarci d'azzurro
Sullo stagno sole disfatto
Sul lago luna viva
Io scrivo il tuo nome

Sui campi sull'orizzonte
Sulle ali degli uccelli
Sul mulino delle ombre
Io scrivo il tuo nome

Su ogni soffio d'aurora
Sul mare sulle barche
Sulla montagna demente
Io scrivo il tuo nome

Sulla schiuma delle nuvole
Sui sudori dell'uragano
Sulla pioggia fitta e smorta
Io scrivo il tuo nome

Sulle forme scintillanti
Sulle campane dei colori
Sulla verità fisica
Io scrivo il tuo nome

Sui sentieri ridestati
Sulle strade aperte
Sulle piazze dilaganti
Io scrivo il tuo nome

Sul lume che s'accende
Sul lume che si spegne
Sulle mie case raccolte
Io scrivo il tuo nome

Sul frutto spaccato in due
Dello specchio e della mia stanza
Sul mio letto conchiglia vuota
Io scrivo il tuo nome

Sul mio cane goloso e tenero
Sulle sue orecchie ritte
Sulla sua zampa maldestra
Io scrivo il tuo nome

Sul trampolino della mia porta
Sugli oggetti di famiglia
Sull'onda del fuoco benedetto
Io scrivo il tuo nome

Su ogni carne consentita
Sulla fronte dei miei amici
Su ogni mano che si tende
Io scrivo il tuo nome

Sui vetri degli stupori
Sulle labbra intente
Al di sopra del silenzio
Io scrivo il tuo nome

Su ogni mio infranto rifugio
Su ogni mio crollato faro
Sui muri della mia noia
Io scrivo il tuo nome

Sull'assenza che non desidera
Sulla nuda solitudine
Sui sentieri della morte
Io scrivo il tuo nome

Sul rinnovato vigore
Sullo scomparso pericolo
Sulla speranza senza ricordo
Io scrivo il tuo nome

E per la forza di una parola
Io ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per nominarti
Libertà.

Paul Eluard

22 aprile 2005

Festa d'Aprile - Canzone della Resistenza Italiana


E` già da qualche tempo che i nostri fascisti

si fan vedere poco, sempre più tristi
hanno capito forse se non son proprio tonti
che sta arrivando l'ora della resa dei conti.

Forza ch'è giunta l'ora, infuria la battaglia
per conquistar la pace e liberar l'Italia
Scendiamo giù dai monti a colpi di fucile
evviva i partigiani, è festa ad aprile!

Quando un repubblichino omaggia un Germano
alza la mano destra al saluto romano
ma se per caso incontra noialtri partigiani
per salutare alza entrambe le mani.

Forza ch'è giunta l'ora ...

Nera camicia nera che noi t'abbiam lavata
non sei di marca buona, ti sei ritirata!
Si sa le mode cambiano quasi ogni mese
per il fascista oggi si addice il borghese.

Forza ch'è giunta l'ora ...

Da qualche settimana pei cari tedeschi
maturano le nespole anche sui peschi
il caro Duce e il Fuehrer ci davan per morti
però noi partigiani siam sempre risorti.

Forza ch'è giunta l'ora ...

Il 25 aprile si avvicina, per non dimenticare

Resistenza Italiana

"Mamma adorata,

quando riceverai la presente sarai già straziata dal dolore. Mamma, muoio fucilato per la mia idea. Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui. Non piangere Mamma, il mio sangue non si verserà invano e l'Italia sarà di nuovo grande. Da Dita Marasli di Atene potrai avere i particolari sui miei ultimi giorni.

Addio Mamma, addio Papà, addio Marisa e tutti i miei cari; muoio per l'Italia. Ricordatevi della donna di cui sopra che tanto ho amata. Ci rivedremo nella gloria celeste.

Viva l'Italia libera!

Achille"

Achille Barilatti (Gilberto della Valle)
Di anni 22 - studente in scienze economiche e commerciali - nato a Macerata il 16 settembre 1921 -. Tenente di complemento di Artiglieria, dopo l'8 settembre 1943 raggiunge Vestignano sulle alture maceratesi, dove nei successivi mesi si vanno organizzando formazioni partigiane - dal Gruppo " Patrioti Nicolò " è designato comandante del distaccamento di Montalto -. Catturato all'alba del 22 marzo 1944, nel corso di un rastrellamento effettuato da tedeschi e fascisti nella zona di Montalto - mentre 26 dei suoi sono fucilati immediatamente sul posto e 5 vengono salvati grazie al suo intervento, egli viene trasportato a Muccia (Macerata) ed interrogato da un ufficiale tedesco ed uno fascista -. Fucilato senza processo alle ore 18,25 del 23 marzo I944, contro la cinta del cimitero di Muccía Medaglia d'Oro al Valor Militare.

Chi è...

Silvio Berlusconi
da Wikipedia: L'Enciclopedia libera (date il link ai vostri figli per le loro ricerche!)

21 aprile 2005

1.410 giorni!

E' durato 1.410 giorni il secondo governo presieduto da Silvio Berlusconi.
E' un record nella storia della Repubblica. I calcoli sono fatti dal giorno del giuramento nelle mani del capo dello Stato fino alle dimissioni del governo (nel caso del governo Berlusconi 2 il giuramento e' avvenuto l'11 giugno 2001).

Complimenti ai signori che l'hanno eletto, evidentemente hanno creduto al progetto politico di un uomo che, sull'opuscolo elettorale che mandò agli italiani prima delle elezioni del 2001 ("Una storia italiana"), diceva: "Fidatevi di me perchè sono nato sotto il segno della bilancia e potenti astralità garantiscono il mio successo".
Come sapete, io reputo l'astrologia, così come essersi fidati di Berlusconi, una colossale cazzata, ma evidentemete sono in errore ......1.410 giorni sono li a dimostrarlo.

Speriamo che ora il governo Berlusconi diventi e soprattutto resti solo...una storia italiana.

"La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.
E poi ti dicono "Tutti sono uguali,
tutti rubano alla stessa maniera".
Ma è solo un modo per convincerti
a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone,
la storia entra dentro le stanze, le brucia,
la storia dà torto e dà ragione.
La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere,
siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere.
E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia)
quando si tratta di scegliere e di andare,
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti,
che sanno benissimo cosa fare.
Quelli che hanno letto milioni di libri
e quelli che non sanno nemmeno parlare,
ed è per questo che la storia dà i brividi,
perchè nessuno la può fermare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli,
siamo noi, bella ciao, che partiamo.
La storia non ha nascondigli,
la storia non passa la mano.
La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano."
Francesco De Gregori

Festival di Cannes 2005 - Sin City


Questo l'elenco dei film in gara alla 58esima edizione del festival di Cannes:

A history of violence (Una storia di violenza)
di David Cronenberg, Canada/Usa
L'enfant (Il bambino)
di Jean-Pierre e Luc Dardenne, Belgio/Francia
Where the truth lies (Dov'è la verità)
di Atom Egoyan, Canada
Free Zone (Zona franca)
di Amos Gitai, Israele
Cache (Nascosto)
di Michael Haneke, Francia
The best of our times (Il meglio dei nostri tempi)
di Hou Hsiao-Hsien, Taiwan
Broken flowers (Fiori spezzati)
di Jim Jarmusch, Usa
Peindre ou faire l'amour (Dipingere o far l'amore)
di Arnaud e Jean-Marie Larrieu, Francia
The three burials of Melquiades Estrada
(I tre funerali di Melquiades Estrada)
di Tommy Lee Jones, Usa
Bashing (Colpire)
di Masahiro Kobayashi, Giappone
Sin City (La città del peccato)
di Frank Miller e Robert Rodriguez, Usa
Lemming
di Dominik Moll, Francia
Batalla en el cielo (Battaglia in cielo)
di Carlos Reygadas, Messico
Kilometre Zero (Chilometro zero)
di Hiner Saleem, Iraq/Francia
Election (Elezione)
di Johnny To, Hong Kong
Quando sei nato non puoi più nasconderti
di Marco Tullio Giordana, Italia
Last Days (Gli ultimi giorni)
di Gus Van Sant, Usa
Manderlay
di Lars von Trier, Danimarca/Svezia
Shanghai Dreams (Sogni di Shanghai)
di Wang Xiaoshuai, Cina
Don't come knockin' (Non venire a bussare)
di Wim Wenders, Germania/Francia

Aspetto con gioia Sin City, da appassionato di fumetti Frank Miller è uno dei miei tanti "spiriti guida". Ho sbavato per anni sulle sue tavole: da Daredevil a Batman cavaliere oscuro fino a Marv di Sin City. Speriamo che il film sia all'altezza del fumetto.


......per non parlare del fatto che al festival ci sono in concorso pure
Cronenberg, Wenders, Jarmusch, Gus Van Sant ....mamma mia!!!

Antipapa

L'elenco degli Antipapa
da Wikipedia: L'Enciclopedia libera

20 aprile 2005

Cazzo.... Ratzinger???? beh poteva andare peggio.....

...un attacco alieno!!!!
...una inondazione!!!!
...una guerra nucleare!!!!

Chi è il nuovo Papa? Ratzinger?? Minchia!!!

FINALMENTE UN PAPA "NERO"


Memorandum riservato scritto dal card. Ratzinger (lingua originale l’inglese) per la conferenza episcopale degli Stati Uniti, occasionato dalla candidatura alle elezioni di politici cattolici che fanno campagna sistematica per l’aborto.


Dignità a ricevere la santa comunione. Principi generali
di Joseph Ratzinger

1. Presentarsi a ricevere la santa comunione dovrebbe essere una decisione consapevole, fondata su un giudizio ragionato riguardante la propria dignità a farlo, secondo i criteri oggettivi della Chiesa, ponendo domande del tipo: “Sono in piena comunione con la Chiesa cattolica? Sono colpevole di peccato grave? Sono incorso in pene (ad esempio scomunica, interdetto) che mi proibiscono di ricevere la santa comunione? Mi sono preparato digiunando almeno da un ora?”. La pratica di presentarsi indiscriminatamente a ricevere la santa comunione, semplicemente come conseguenza dell’essere presente alla messa, è un abuso che deve essere corretto (cf. l’istruzione “Redemptionis Sacramentum”, nn. 81, 83).

2. La Chiesa insegna che l’aborto o l’eutanasia è un peccato grave. La lettera enciclica “Evangelium Vitae”, con riferimento a decisioni giudiziarie o a leggi civili che autorizzano o promuovono l’aborto o l’eutanasia, stabilisce che c’è un “grave e preciso obbligo di opporsi ad esse mediante obiezione di coscienza. [...] Nel caso di una legge intrinsecamente ingiusta, come è quella che ammette l’aborto o l’eutanasia, non è mai lecito conformarsi ad essa, ‘né partecipare ad una campagna di opinione in favore di una legge siffatta, né dare ad essa il suffragio del proprio voto’” (n. 73). I cristiani “sono chiamati, per un grave dovere di coscienza, a non prestare la loro collaborazione formale a quelle pratiche che, pur ammesse dalla legislazione civile, sono in contrasto con la legge di Dio. Infatti, dal punto di vista morale, non è mai lecito cooperare formalmente al male. [...] Questa cooperazione non può mai essere giustificata né invocando il rispetto della libertà altrui, né facendo leva sul fatto che la legge civile la prevede e la richiede” (n. 74).

3. Non tutte le questioni morali hanno lo stesso peso morale dell’aborto e dell’eutanasia. Per esempio, se un cattolico fosse in disaccordo col Santo Padre sull’applicazione della pena capitale o sulla decisione di fare una guerra, egli non sarebbe da considerarsi per questa ragione indegno di presentarsi a ricevere la santa comunione. Mentre la Chiesa esorta le autorità civili a perseguire la pace, non la guerra, e ad esercitare discrezione e misericordia nell’applicare una pena a criminali, può tuttavia essere consentito prendere le armi per respingere un aggressore, o fare ricorso alla pena capitale. Ci può essere una legittima diversità di opinione anche tra i cattolici sul fare la guerra e sull’applicare la pena di morte, non però in alcun modo riguardo all’aborto e all’eutanasia.

4. A parte il giudizio di ciascuno sulla propria dignità a presentarsi a ricevere la santa eucaristia, il ministro della santa comunione può trovarsi nella situazione in cui deve rifiutare di distribuire la santa comunione a qualcuno, come nei casi di scomunica dichiarata, di interdetto dichiarato, o di persistenza ostinata in un peccato grave manifesto (cf. can. 915).

5. Riguardo al peccato grave dell’aborto o dell’eutanasia, quando la formale cooperazione di una persona diventa manifesta (da intendersi, nel caso di un politico cattolico, il suo far sistematica campagna e il votare per leggi permissive sull’aborto e l’eutanasia), il suo pastore dovrebbe incontrarlo, istruirlo sull’insegnamento della Chiesa, informarlo che non si deve presentare per la santa comunione fino a che non avrà posto termine all’oggettiva situazione di peccato, e avvertirlo che altrimenti gli sarà negata l’eucaristia.

6. Qualora “queste misure preventive non avessero avuto il loro effetto o non fossero state possibili”, e la persona in questione, con persistenza ostinata, si presentasse comunque a ricevere la santa eucaristia, “il ministro della santa comunione deve rifiutare di distribuirla” (cf. la dichiarazione del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, “Santa comunione e cattolici divorziati e risposati civilmente”, 2000, nn. 3-4). Questa decisione, propriamente parlando, non è una sanzione o una pena. Né il ministro della santa comunione formula un giudizio sulla colpa soggettiva della persona; piuttosto egli reagisce alla pubblica indegnità di quella persona a ricevere la santa comunione, dovuta a un’oggettiva situazione di peccato.

[N.B. Un cattolico sarebbe colpevole di formale cooperazione al male, e quindi indegno di presentarsi per la santa comunione, se egli deliberatamente votasse per un candidato precisamente a motivo delle posizioni permissive del candidato sull’aborto e/o sull’eutanasia. Quando un cattolico non condivide la posizione di un candidato a favore dell’aborto e/o dell’eutanasia, ma vota per quel candidato per altre ragioni, questa è considerata una cooperazione materiale remota, che può essere permessa in presenza di ragioni proporzionate.]

(Fonte e copyright: Sandro Magister, L'Espresso, http://213.92.16.98/ESW_articolo/0,2393,42195,00.html )

19 aprile 2005

Bloom County....

...deve tornare!!!
Voglio Opus, voglio Bill il Gatto!!!




Vai sul sito di Berkeley Breathed, il creatore di Bloom County

18 aprile 2005

Afterhours live@Villaggio Globale, Roma 16 marzo

Seppur colto da un deflagrante attacco influenzale con attinente blocco dei bronchi, non potevo mancare all'appuntamento con uno dei miei gruppi "spirito guida" degli ultimi 15 anni.
Allora, scortato da un manipolo di compagni di merenda, mi sono apprestato ad ascoltare i "fuoriorario" in un Villaggio Globale così pieno di gente come non se ne vedeva da tempo.
D'altra parte il fascino del gruppo e, soprattutto, del buon Manuel "Agnellone" Agnelli (che poi è gli Afterhours) sembra resistere bene al passare degli anni e delle generazioni, come dimostrava un pubblico composto in larga parte da 20-30 enni.
Gli After li ho visti dal vivo parecchie volte e, per me, restano sempre il miglior combo italiano live. Mi sono quindi presentato al concerto conscio di stare per godere di una bella serata di rokke, confortato anche dall'ascolto in anteprima del loro nuovo lavoro "Ballata per piccole iene" (tranquillo Agnellone dopo aver scaricato la versione elettronica ho provveduto, come da farsi SEMPRE nel caso di ottimo prodotto, all'aquisto del relativo CD).
Come c'era da attendersi e come confermato da Agnelli, durante il concerto sono state presentate quasi tutte le canzoni del nuovo album (80%) e parecchi dei vecchi inni del gruppo (20%).
Poco da dire, gli After spaccano, Manuel ha una voce da paura e a supporto c'è il suo amicone Greg Dulli (Twilight Singers) che gigioneggia e canticchia con la chitarra a tracolla......molto a tracolla!!
I pezzi del nuovo album sono molto belli, ma il boato del pubblico che accoglie l'inizio delle vecchie canzoni, fa capire che il rito del canto collettivo sta per essere celebrato.
Non sto a farvi la scaletta del concerto, ma a riportare solo un momento per me da brivido. E' da un pò che ai concerti non è che partecipi più di tanto, e poi sabato sera l'influenza mi dava spesso momenti di stordimento pesanti. Ma, all'improvviso parte dalla chitarra di Dulli un accordo che scava nella mia memoria. Cazz'è sta robba? O mio dio ma....ma...ma...è.......
Poi Greg Dulli atacca a cantare e.......minchia!!!! stano facendo
Atmosphere dei JOY DIVISION!!!!!!!
Lacrimuccia e canto a squarciagola del vs MarianOne, che, guardandosi intorno, si rende conto che la maggior parte del pubblico guarda nel vuoto perplessa.
E grazie al cazzo!!! 3/4 dei pischelli presenti ancora portava il pannolino quando io passavo le serate a dilaniarmi l'anima con questa canzone.
Sono un vecchio!!!!
Detto questo, poco da aggiungere se non che è stato un ottimo concerto, con Manuel Agnelli mattatore che rientra per il bis con la sola chitarra ed ha il coraggio di non cantare Dentro Marilyn neppure durante il tris, mentre tutto il pubblico la stava aspettando.
Afterhours: dal vivo eccezionali, disco nuovo spettacolare, eppure in Italia venderanno poche copie facendo un pacco di gente nei concerti, come sempre.
Speriamo che il disco vada bene almeno fuori dai patrii confini; in effetti, soprattutto negli arrangiamenti, si sente che è stato concepito anche per questo.



Walk in silence,

Don't walk away, in silence.
See the danger,
Always danger,
Endless talking,
Life rebuilding,
Don't walk away.
Joy Division - Athmosphere (1980)

Una vita lunghissima

Vi segnalo questo geniale divertissement di Valerio Evangelisti, pubblicato su Carmilla on line qualche giorno fa.

Nel 1999, la rivista IL PARADISO DEGLI ORCHI chiese a una decina di scrittori quale fosse stato, secondo loro, il personaggio più importante degli ultimi 2000 anni. Questa fu la risposta di Valerio Evangelisti.

Tu Menti

Tu menti tu menti tu menti menti

conosco chi conosci tu
so dove vai
ti sei preso in giro
ti sei rovinato
ti hanno fottuto
fregato fregato

eri così carino
eri così carino
pigro di testa
e ben vestito

non fai niente di male
niente di ciò che credi
non sai quello che vuoi
non riuscirai ad averlo
niente è gratis
niente è a posto
le insegne luminose attirano gli allocchi

eri così carino
eri così carino
pigro di testa
e ben vestito

affrettati fa presto
il gioco volge al termine
punta sul nero
punta sul rosso
punta di più
il gioco è fatto
la posta sei tu

eri così carino
eri così carino
pigro di testa
e ben vestito

questa volta sul serio
dicono sempre così:
"io sono l'Anarchia"
"ecco un altro Anticristo"
ma eri solo carino
proprio carino
pigro di testa
e ben vestito
senza i blue jeans
eri carino
proprio un amore di ragazzino

CCCP Fedeli alla Linea - Socialismo e Barbarie (1987)


15 aprile 2005

L'elefante

"Se non trovate un compagno intelligente,
che, fermo, di retta via, viva con voi, come un re che rinuncia al conquistato regno,
vivrete solitari come un elefante nella foresta.
La compagnia degli stolti non è migliore della vita solitaria.
Chi vive solo, non compiendo cose cattive, senza preoccupazioni, è come un elefante nella foresta."
Buddha (o Gautama Buddha) - capitolo dell'elafante

Oggi mi sento un pò senza direzione...

... e chi mi conosce sa che mi ci sento spesso!

"E va bene. Tu non desideri andare verso la luna. E ora...qual'è la luce verso cui ti stai dirigendo?"
"Il lampione più vicino"
"E poi dove andrai?"
"Al prossimo"

VIKTOR PELEVIN - "La vita degli insetti" - minimum fax, 2000

Interstellar Overdrive

in memoria di DNA - Douglas Noel Adams (1952 - 2001)

1.

Mi conosci bene e sai che ogni volta che sto per tornare da un viaggio interstellare ho ben salda in mente la convinzione che il nostro pianeta sia sempre come lo avevo lasciato. Il nostro gatto sulla mia poltrona preferita, la mia palla da basket nel cortile (magari un pò più sgonfia del solito) e le tue belle mani al sole mentre curi il giardino.
Ma il viaggio stavolta è stato più lungo (per quanto sia difficire definire lungo un viaggio nello spazio/tempo) e finito l'effetto dell'overdrive, quello che mi si è mostrato davanti agli occhi è stato apocalittico. Al posto del nostro, anzi del mio, azzurro pianeta, dall'hud display ho scorto solo una prugna secca. Il mio posto, bruciato dal sole senza più schermo dell'ozono.
E si che avevo letto nelle tue mail spazio/tempo degli sconvolgimenti climatici, delle piogge torrenziali, di tzunami e di gente impazzita che in code chilomentriche chiedeva perdono dei propri peccati davanti alla salma del sommo sacerdote. Ma non pensavo si arrivasse a questo, non pensavo di aver viaggiato così a lungo e così tanto!
L'ultimo salto ha consumato tutto il carburante, ho solo il minimo per il mantenimento delle risorse vitali. Ed ora aspetto un passaggio interstellare. Ci sarà pure una bella fica disposta a caricarmi...e poi via...verso un nuovo cortile, un nuovo gatto ed un nuovo giardino per ricominciare.



2.
Nel vuoto della galassia ricordo il mio sole lontano, e la luna, bianco satellite del mio azzurro pianeta.
Ho dovuto abbandonare la mia astronave ed ho quasi finito la scorta di calmante che la tuta mi inietta automaticamente nei punti vitali del sistema nervoso.
Cinque giorni nel buio totale interrotto solo dal lontano pulsare di un paio di nane rosse.
Il mio respiro regolare batte al ritmo degli bip del mio segnalatore di presenza. L'hud del mio casco mi ricorda che mi restano meno di dieci giorni prima dlla fine delle scorte vitali.
Aspetto, paziente, un passaggio.

Mariano 2000-2005

13 aprile 2005

LOVE WILL TEAR US APART

Corriere della Sera - Wojtyla, il Papa che ha fallito

Vi segnalo questa pagina di Corriere.it.

Vista l'aria di revisionismo che tira da destra, fare qualche riflessione lucida sul papamorto non sarebbe male!

Ministro in campo - dal Manifesto del 12 aprile 2005

Ministro in campo
ANDREA FABOZZI
dal Manifesto del 12 aprile 2005

Domenica scorsa si è giocata Livorno-Lazio. Ai tifosi della Lazio è stato impedito di esporre uno striscione in ricordo dei morti infoibati. I tifosi del Livorno hanno invece potuto mostrare decine di bandiere con falce e martello, hanno cantato Bandiera Rossa e l'Internazionale, hanno innalzato un'enorme scritta: «Livorno è comunista». I laziali hanno cantato una sola volta Giovinezza e all'uscita sono stati caricati dalla polizia. Duecentocinquantasei di loro sono stati diffidati dal tornare allo stadio, insieme a solo nove tifosi livornesi. Il ministro dell'interno si è arrabbiato. «La prossima volta - ha detto - chiudo gli stadi». Non è vero. Domenica scorsa si è giocata Lazio-Livorno, ed è successo esattamente il contrario. Svastiche, croci celtiche, ritratti di Mussolini e lo striscione «Roma è fascista» in curva nord. Bandiera Rossa nel settore ospiti. Tifosi livornesi caricati e diffidati. E' così che è andata, ma non importa. Perché svastica e falce e martello, apologia del fascismo e simboli comunisti, costituzione della repubblica e aria che tira sono per la maggioranza al governo esattamente la stessa cosa. Sono «la politica». E la politica deve stare lontana dal calcio. Evidentemente il ministro Pisanu non ha colto la somiglianza tra il suo capo e il proprietario del Milan. Ha dimenticato l'uso politico che i presidenti fanno continuamente del tifo calcistico. Magari per strappare uno sconto dal fisco.

«C'è troppa politica nel calcio», ha dichiarato la moglie del vicepremier, più nota come ultrà laziale. «Duce, duce», si è fatto festeggiare il presidente Lotito, prima di spiegare che «lo sport deve prescindere dalle posizioni politiche». Comunisti come fascisti, pugno chiuso come saluto romano: guardandola da uno stadio di calcio la costituzione materiale è molto più avanti del più ardito riformatore istituzionale e del più fantasioso revisionista storico. Poi festeggiamo pure il 25 aprile.

Fuori la politica dagli stadi altrimenti li chiudiamo, dice Pisanu. Ma perché? Fuori le svastiche dallo stadio, piuttosto, e possibilmente fuori anche da un perimetro più vasto. Chiudere è un'idea inutile e sbagliata, con un vago sapore di svastica anche questa. Più politica, invece. Per cacciare quelle svastiche una ad una con gli unici antidoti possibili: partecipazione e democrazia. La scorciatoia del pugno di ferro conduce alla meta opposta. E funziona poco: da due anni è in vigore una norma eccezionale che prolunga di 36 ore la flagranza di reato, ma la violenza non è scomparsa.

Domenica lo striscione sulle foibe i tifosi laziali l'hanno messo davvero. C'era scritto «Foibe: Togliatti criminale di guerra», il che dimostra come siano attenti alle tesi della grande stampa nazionale. Lo striscione dei tifosi del Livorno invece è stato bloccato dalla polizia. C'era scritto «Moby Prince, 140 morti senza giustizia» in ricordo dell'anniversario della strage. L'hanno sequestrato perché «troppo politico». Nel frattempo sventolavano le svastiche. Prima di chiudere gli stadi i tutori dell'ordine pubblico potrebbero aprire gli occhi.

X-Mar fuori dai denti: mò hanno veramente rotto i coglioni, non bisogna chiudere gli stadi, ma spaccare le capoccie della feccia NaziFascista!! Qui tra revisione e revisionisti pure mostrare il pugno chiuso diventa reato. Propongo una bella alzata di pugni, soprattutto il 25 aprile, che comunque qui verrà ampiamente celebrato!!!!!

Una finestra sul silenzio



Stanco di suoni
e parole false
una finestra sul silenzio
ho aperto.
E con pace nell'animo
ammiro il panorama.


Mariano 1985

Il canto dei mestieri - Ivano Fossati

Il mio rapporto con la musica è, esattamente come quello di ogni appassionato, molto simile a quello del protagonista di Alta Fedeltà di Nick Hornby: ossessione.
Ossessione per la collezione, ossessione per il momento d'ascolto, ossessione per il collegamento tra una canzone ed una storia d'amore, uno stato d'animo, un piatto al ristorante and so on...
Ossessione aumentata ancora di più da quando posso trovare tutta la musica che voglio con un semplice click (grazie bit torrent, grazie mulo!!!). E così accade che vada a riscoprire artisti e dischi che nel mio passato mi hanno ossessionato e che ci ritorni sopra con una gioia ed una voglia di ascoltarli irrefrenabile.
Così è successo in questi ultimi mesi con Ivano Fossati, ho letteralmente consumato la rotellina del mio IpoDDo ascoltando e riascoltando i suoi tre bellissimi album dal vivo (tranquillo minchione di Urbani, ho i CD originali). Dopodichè approdato alla sua discografia completa (e qui il minchione ha da stare meno tranquillo) stamattina mentre venivo al lavoro sul mio allegro motorello mi sono riascoltato l'album di Ivano Fossati del 1996:
Macramè ([genov. macramè, dal turco makramà 'fazzoletto'] Trina di fili o cordoncini intrecciati e annodati, per passamani, frange, reticelle.(Zingarelli)).


.
Allora, nel '96 intiendo, credo di avergli dato una veloce ascoltata, ero perso verso derive grunge-alternative-hip-hop-hardcore, e credo pure di averlo sfanculato con un veloce....carino!
A parte che esso (il Fossati), per gli arrangiamenti è uno con due cosi così, per quanto riguarda i testi è veramente touching by the hands of god. Il disco suona ancora fresco e piacevole nel suo incedere folk-etno-jazz, ma quello che colpisce di più (come spesso accade nelle sue canzoni) sono le sue poesie.
E allora, in questo mio piccolo pensatoio (grazie all'amico Mario per la definizione!) ho pensato di postare il testo di una delle canzoni di Macramè che io trovo eccezionale.
Per cortesia, riascoltatevela anche voi!!!.....nel frattempo rileggetevi il testo:

"Il Canto dei Mestieri"

Guardami bene dritto negli occhi
che il mio mestiere non e' il soldato

guardami bene dritto negli occhi

che il mio mestiere non e' ,
ne' di spada ne' di cannone
quello che ero io l'ho scordato
se fosse spada se fosse cannone
il mio mestiere saprei qual'e'

Adesso guardami le mani
ti sembrano mani da padrone?
Coraggio e toccami le mani
che la mia vita non e'

Ne' col denaro ne' col potere
oppure l'avrò dimenticato,
se fosse denaro e ci fosse ragione
il mio cammino saprei qual e'...
ma il mio mestiere non e'

Guarda la punta delle mie scarpe
quello che faccio non e' la spia
ne' informatore ne' polizia
che il mio mestiere non è ..
di sicuro non è.

Quello che faccio e' cercare il tuo amore
fino nel cuore delle montagne
quello che ho fatto e' scordare il tuo amore
sotto il peso delle montagne.

Guarda i vestiti che porto addosso
non sono quelli di un sacerdote
per i vestiti che porto addosso
il mio mestiere non e'

ne' rosario ne' estrema unzione
quello che ero io l'ho scordato
se fosse rosario se fosse olio santo
il mio mestiere saprei qual'e'

E vedi che il bianco tra i miei capelli
non porta il titolo di dottore
e la sveltezza delle mie dita
la mia vita non e'

ne di taglio ne' di dolore
ne' di carne ricucita
ne' di taglio ne' di dolore
anche questo non e'
Il mio mestiere

fu' cercare il tuo amore
fino nel fuoco delle montagne
il mio destino scordare il tuo amore
sotto il peso delle montagne

Guardami bene diritto negli occhi
ti sembrano gli occhi di un soldato?
Leggimi bene in fondo negli occhi
che la mia vita non e'
il mio mestiere non e'


Baci e abbracci dal vs MarianOne

"Che differenza c'è tra poesia e prosa? La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ci mette un bel po'
." Henry Charles Bukowski





12 aprile 2005


Ciao a tutti!!

La nascita

E' incredibile...
incredibile che ci sia arrivato solo ora.
Uno come me che arriva solo così tardi ad avere un blog!
Chi mi conosce (bene e non bene) sa delle mie pazzie per la tecnologia, per la letteratura, per il cinema e per la musica; e sa pure quanto mi piace parlare di tutto questo.
E allora come è stato possibile non avere un posto in cui farlo liberamente e nel quale condividere le mie passioni con chi mi conosce e anche con chi non mi conosce?
Chi mi conosce la risposta giusta ce l'ha in tasca: la PIGRIZIA, la mia enorme, irrefrenabile pigrizia mi ha bloccato per tanto tempo, ma adesso eccomi qua!!
Il primo post è come la prima trombata, tutti dicono di ricordarla (nel bene o nel male), ma poi, gia alla seconda, poi alla terza e così via, non si ricordano + di niente....
A questo punto butterei giù un paio di concetti:
- come detto poco sopra, sto blog nasce con l'intento di parlare di tutto quello che piace e non piace a MarianOne
- il nome è liberamente tratto da un disco del 1990 degli Urban Dance Squad e che si intitolava "Mental Floss For The Globe". Il concetto di filo interdentale per la mente mi piaque molto allora e continua a piacermi. Ecco, vorrei che questo posto sia il luogo dove Io possa passarmi il filo intermentale nella mia capocciona e tirare fuori le parole per esprimere quello che al momento mi passa per il capo e soprattutto per discuterne con tutti quelli che avranno voglia di leggere e di postare.

Baci & Abbracci

Mariano Colantoni aka MarianOne aka Marialdo

“Ospedali e galere e puttane: sono queste le università della vita. Io ho parecchie lauree. Chiamatemi dottore.”
"Pensate a tutte le persone che in vita loro non hanno mai sentito musica decente. Non c'è da meravigliarsi che le loro facce cadano a pezzi, non c'è da meravigliarsi che uccidano senza pensarci due volte, non c'è da meravigliarsi che non abbiano cuore."
C. Bukowski